All’inizio del lockdown abbiamo retto benino, diciamocelo. Dopo un primo momento di shock all’annuncio del “tutti fermi a casa”, è seguita una quasi immediata controreazione di energia e solidarietà che ci ha portato a sostenerci a vicenda confrontandoci vivacemente sui social mentre, cantando dai balconi, ci riorganizzavamo con una certa creatività trasferendoci in massa sull’online.
E con buona probabilità in queste ultime settimane siamo passati tutti alternativamente attraverso l’intera gamma delle emozioni e degli stati d’animo: disorientamento, paura, immobilismo, rabbia, indolenza, tristezza, preoccupazione, iperattività domestica ma anche a tratti sollievo, speranza, calma e forse gratitudine.
Adesso invece siamo entrati nella seconda fase dello stress, definita tecnicamente “fase di resistenza”, ovvero quella in cui dobbiamo reggere il prolungamento di una situazione che continua ad esercitare la sua pressione e se guardiamo avanti la strada ci appare ancora in salita: perché il virus, pur con una flessione flessione nei contagi, ci dicono che resterà in giro per mesi, a noi viene ribadito di restare in casa e non abbassare la guardia e di come e quando riprenderanno le nostre attività non abbiamo certezza. Da un punto di vista psicobiologico, è la fase in cui il nostro corpo e la nostra mente sono impegnati a reggere quel senso di maggiore affaticamento che inizia a farsi sentire proprio quando la strada percorsa è già tanta e all’orizzonte non si vede ancora la fine.
Per molti di noi i segnali di questa condizione sono: incremento dell’irritabilità, mal di testa, scarsa concentrazione, senso di non farcela più, incapacità di motivarsi, nuove ondate di ansia, senso di disordine mentale, insofferenza, abbattimento, sonno poco ristoratore, nuovi cravings di cibo spazzatura, impazienza, depressione e ancora altro.
In questa fase può essere molto utile sostenere il proprio organismo per contrastare gli effetti avversi di uno stress che si sta cronicizzando, avvalendosi di alcuni alleati naturali che vanno sotto il nome di “adattogeni” .
Gli adattogeni rappresentano una studiatissima classe di sostanze naturali che consentono di aumentare la capacità di risposta e di adattamento, appunto, ad una condizione di stress che non smette di esercitare la sua pressione. Si tratta di sostanze, per lo più piante e funghi medicinali, capaci di sostenere in maniera significativa la resistenza fisica e psichica della persona quando è già da un po’ che “si tira la corda” e i segnali di sregolazione, a volte sordi ma ben riconoscibili, cominciano a sommarsi e a rendersi manifesti.
In breve un buon adattogeno è una sostanza che funziona un po’ come un rifornimento di benzina quando, per accertarci di poter raggiungere la meta e non fermarci a metà strada, abbiamo bisogno di più carburante nel serbatoio.
Il loro meccanismo d’azione è di tipo sistemico il che significa che agiscono su più fronti e attraverso varie vie sull’insieme della rete psico-neuro-endocrina inducendo una regolazione dei sistemi, definita come mantenimento dell’omeostasi, e conferendo alla persona un maggiore senso di equilibrio, di calma, lucidità e al tempo stesso energia.
Per sostenere questo momento di inevitabile affaticamento e conferire all’organismo una maggiore capacità di adattarsi ad un periodo che sembra richiederci ancora tanta pazienza, ho scelto tre adattogeni che, in termini generali, risultano particolarmente efficaci e possono essere presi seriamente in considerazione per ottenere una regolazione profonda.
E’ un fungo medicinale le cui proprietà sono riconosciute fin dai tempi antichi in tutto l’Oriente e da più di vent’anni ben documentate anche nella letteratura scientifica occidentale. E’ considerato un rimedio di “nuova generazione” in grado di migliorare la risposta dell’organismo in condizioni sia malattia, lavora infatti molto bene sul sistema immunitario, che di forte stress psico-fisico in generale. E’ il fungo per eccellenza che stimola e tonifica il Qi renale, cioè l’energia vitale che muove dai reni, conferendo calma all’anima e vigore al corpo. Il Cordyceps è peraltro un interessante antidepressivo in quanto inibisce efficacemente le monoaminossidasi ovvero quegli enzimi che degradano neurotrasmettitori come dopamina e serotonina. Tra le sue molte proprietà spicca la capacità di potenziare il metabolismo energetico grazie al miglioramento dell’ossigenazione e della comunicazione intercellulare che, come risultato finale, produce un aumento dell’energia fisica e psichica. Un vero supercibo ad ampio spettro quindi che si è conquistato un posto di primo piano tra la gamma degli adattogeni più interessanti ed efficaci.
Come il Cordyceps, anche il Reishi vanta molteplici e bellissime proprietà ma tra tutte la sua particolarità è quella di lavorare proprio sull’asse dello stress e sul conseguente riequilibrio psico-neuroendocrino dell’organismo. Il Reishi è un grandissimo riequilibratore delle bilance interne del nostro organismo e in modo particolare il suo effetto si fa sentire sul riequilibrio del sistema nervoso
stati di eccessivo nervosismo. La sua prerogativa è quella di calmare le menti agitate senza però esercitare un’azione di tipo sedativo-depressivo. Al contrario la bellezza del Reishi consiste donare un maggior senso di benessere e serenità uniti ad un aumento della vigilanza e dell’attività cognitiva. Per tutte queste ragioni il Reishi si presenta come un vero e proprio adattogeno di prima classe e il suo utilizzo in tutti i periodi di stress cronico regala grandi soddisfazioni.
Tra le piante una delle più note ed interessanti è l’Eleuterococco. E’ comunemente chiamato “ginseng siberiano” ma con l’altrettanto noto ginseng coreano non ha proprio nulla a che vedere né come genere botanico né come azione. Ha un’importante azione antinfiammatorie che si esplica su più direzioni diminuendo la produzione di TNF-alfa, cosa molto importante anche nel quadro di tutte le malattie virali, e delle COX-2, anch’esse proteine di tipo infiammatorio. Ma qui a noi interessa principalmente per la sua capacità di conferire maggiore resistenza ed energia all’organismo in primis attraverso una maggiore produzione di NO, ossido nitrico, che significa una dilatazione delle arterie, una conseguente regolazione della pressione arteriosa, una maggiore ossigenazione di tutti i tessuti e un incremento della sensazione di bella energia. Per quanto riguarda l’azione specifica sull’asse dello stress, l’Eleuterococco agisce come inibitore delle catecolamine quindi è capace di riportare ad uno stato di equilibrio sostanze tipicamente iperprodotte sotto stress come adrenalina e noradrenalina. Questo lo rende un interessantissima pianta che ha da una parte la capacità di regolarizzare per esempio il sonno rendendolo più ristoratore e meno disturbato e nel contempo aumentare di giorno il senso di benessere, di vigilanza ed di efficienza mentale.
In sintesi un tonico gentile ed intelligente, assolutamente consigliato in tutte le fasi di convalescenza oppure, come nel caso che stiamo qui inquadrando, in situazioni che richiedono un incremento della resistenza serena e attiva tanto a livello fisico che a livello mentale.