La scienza recente ha ormai acclarato che le influenze delle nostre scelte alimentari sull’attività del nostro cervello e sulla sua conseguente attività psichica sono molteplici.
Ma passerà ancora molto tempo prima che questa consapevolezza diventi davvero diffusa e soprattutto pratica ovvero capace di guidare i nostri quotidiani comportamenti alimentari.
Sappiamo molto, quantomeno per esperienza diretta, di come lo stress, la depressione e lo stato di ansia in generale ci rendano famelici, disordinati e distratti nel mangiare. E sappiamo anche piuttosto bene che quando siamo tristi, depressi, arrabbiati o solo mentalmente affaticati, un bel pezzo di cioccolato ci tira su’, un bel pezzo dolce ci conforta e qualche cucchiaiata di Nutella è più rasserenante e immediata di qualunque farmaco.
Almeno per un po’.
Sappiamo che in questo caso sono coinvolti nelle risposte del nostro organismo, personaggi piuttosto simpatici come la serotonina e la dopamina, ma cos’altro sappiamo di cosa accade al cervello di chi, sotto stress, si “concede” il lusso di un’alimentazione cosiddetta “di reazione” (intesa come “reagisco” allo stato emotivo che provo placandolo con un comfort food)?
Quanto paghiamo, in termini di ansia, nervosismo e alterazione dell’umore, ciò che in un attimo sembra placarci la mente arruffata?
Ma non solo.
Quanto, e come quello che mangiamo influenza il nostro asse “pancia-cervello”? Insomma, stai male?
Dimmi come mangi e ti dirò come stare meglio. Il che non significa affermare che ogni problema di umore dipenda SOLO dal cibo. Ma significa affermare che molto, ma molto spesso dipende ANCHE dal cibo e in misura tutt’altro che trascurabile e che di questo ormai ne abbiamo certezza scientifica.
Certo che se si chiedesse ad una persona che lamenta stati di tensione mentale, ansia e/o depressione, che cosa mangia, probabilmente questa risponderebbe in maniera seccata “ ma che c’entra questo con il mio problema?”
Ebbene, mente corpo e cibo sono inscindibilmente uniti: è ora che ce ne convinciamo e che cominciamo a tenerlo in reale considerazione se vogliamo stare bene e godere quanto più possibile della vita che viviamo. C’è una “nuova” scienza, (nuova per modo di dire visto che è nata più di 25 anni fa), dal nome un po’ complesso, psiconeurendocrinoimmunologia abbreviato in PNEI, che studia proprio le complesse interazioni mente-corpo ovvero studia le comunicazioni bidirezionali tra il corpo e i suoi principali sistemi biologici e la psiche.
In altre parole, come quello che avviene biochimicamente nel corpo influenzi la psiche e viceversa. In maniera molto semplice e divulgativa, durante l’incontro del 18 maggio cercheremo di far luce su alcuni di questi aspetti , condividendo numerosi esempi pratici e dando dei consigli altrettanto pratici per sperimentare su se stessi quanto, ancora una volt, è nelle nostre mani la capacità di modulare il nostro benessere sia fisico che mentale.
Perché la pancia non è il secondo cervello. E’ il primo!
Conferenza: L’uso sapiente del cibo per il benessere mentale – 18 Maggio 2018 – dalle 19.00 alle 20.30 presso centro Althea – via Piacenza 22 (metro gialla Porta Romana) MILANO. INGRESSO GRATUITO – Richiesta conferma di presenza al n° 3298157749